Tromboembolismo, relazione tra trombosi e cancro, rischio per la popolazione femminile con tumore: sono stai questi i temi al centro dell’incontro dello scorso 2 ottobre e parte del BergamoScienza 2024.
La registrazione video dell’incontro è disponibile qui.
Al centro del confronto – moderato da Pasquale Intini, coordinatore di «Insieme si può. Insieme funziona», rete di associazioni e realtà attive nel campo della promozione della salute e della prevenzione – la necessità di aumentare la consapevolezza proprio sul particolare legame che intercorre tra i due fenomeni non solo tra medici e pazienti e con linguaggio tecnico, ma anche nell’opinione pubblica attraverso informazioni chiare e utili.
«La trombosi rappresenta la seconda causa di morte tra i pazienti oncologici, dopo il cancro stesso – ha spiegato Anna Falanga, ematologa e direttrice scientifica di “Fondazione Artet” –. Questo rischio è particolarmente alto nelle donne con tumore al seno o all’ovaio. Il cancro al seno, infatti, è in assoluto il tumore più diffuso ed è nota la relazione tra la chemioterapia, così come altre terapie antitumorali, e la trombosi, il cui rischio nei pazienti oncologici è da quattro a undici volte superiore rispetto alla popolazione generale. Il cancro all’ovaio – conclude Falanga – è invece un tumore ginecologico molto pericoloso a causa della possibile compressione di alcune vene da parte della massa tumorale».
«È importante rafforzare la cultura della prevenzione – ha evidenziato Ilaria Sabatucci, oncologa ginecologa dell’ospedale Humanitas San Pio X –, attraverso una maggiore conoscenza dei fattori di rischio di complicanze trombotiche come stile di vita, sedentarietà, livelli di colesterolo e pressione sanguigna elevati, nonché quelli specifici legati al tipo di tumore, come quello aggressivo all’ovaio e allo stadio della malattia».
«Mentre la medicina si occupa di curare attraverso medici e farmaci, il vero atto di guarire richiede un ristabilimento dell’equilibrio generale della persona – ha aggiunto Valeria Perego, psicologa e psicoterapeuta –. Purtroppo, sebbene la cura sia sempre presente, il processo di guarigione rimane spesso limitato».
«L’alta affluenza di pubblico e l’interesse dimostrato per gli interventi degli esperti testimoniano quanto sia necessario continuare a promuovere incontri di questo tipo – ha concluso Marcella Messina, assessora alle Politiche sociali e salute del Comune di Bergamo – per offrire alle donne e ai caregivers gli strumenti utili ad affrontare la malattia con maggiore consapevolezza e informazione».